I wanna be your voice

Delle perizie vocali effettuate nel 1969 ha parlato anche Tony Bramwell, road manager della band, a pag. 320 del suo  libro Magical Mystery Tour: my life with the Beatles (St. Martin’s Press, New York, 2006).

Secondo l’autore, quando si scatenarono le voci sulla morte del Beatle, McCartney si trovava in Scozia e non volle parlare con la stampa (aveva avuto una figlia circa due mesi prima e, giustamente, voleva un po’ di intimità).
Diede così carta bianca a Tony, che decise di essere “ingegnoso”: telefonò a una stazione radiofonica, la CING-FM di Burlington, in Ontario, e si presentò al Dj Richie York dicendo "This is Paul McCartney and I’m alive and kicking" ("Sono Paul mcCartney e sono vivo e vegeto").
Sempre in base alla sua ricostruzione degli eventi questa registrazione fece il giro delle stazioni radiofoniche, due delle quali (la WKNR e un’altra di Miami) sottoposero il nastro di quella telefonata ad esperti di analisi vocale.
Tra questi il professor Oscar Tosi (che lui nel libro chiama "Tossey"), capo dello Speech and Hearing Sciences Research Laboratory della Michigan State University’s Institute of Voice Identification, che stabilì che quella non era la voce di Paul e poi Henry M. Truby, direttore della Miami University’s language and linguistics research laborator, che sostenne ci fossero 3 diversi McCartney nel nastro.

Ci sono però delle incongruenze.
Per prima cosa la famosa telefonata sottoposta ad analisi vocale non risulterebbe essere quella di Bramwell ma un’altra, ricevuta intorno alle 10 del mattino del 22 ottobre 1969 dal direttore della WKNR Philip Nye. L’uomo al telefono che si presentò come "Paul McCartney", venne fatto parlare con il Dj Gibb, che registrò la conversazione senza permesso. Non potendola mandare in onda decise di utilizzarla in un altro modo: dandola a Oscar Tosi, che era stato ospite di un suo programma poco prima, per fargli effettuare una perizia vocale.
Inoltre la CING-FM risulta essere stata lanciata nel 1976, ossia parecchi anni dopo le analisi del 1969.
Per di più Tosi affermò di aver udito tre diversi McCartney, ma sull’analisi di tre brani: Yesterday, Penny Lane e Hey Jude

E' possibile ascoltare on-line varie clip radiofoniche dell’epoca tra cui anche un’intervista radiofonica a Tosi dell’epoca riguardo ai risultati delle sue analisi.

Per quanto riguarda le interviste radiofoniche, inoltre, è bene ricordare che nel suo libro The Beatles, Bob Wise ha dichiarato di includere nei suoi palinsesti solo interviste di cui aveva la certezza che fossero state rilasciate dai Fab4, essendo al corrente che alcune dichiarazioni telefoniche venivano rilasciate da Neil Aspinall o Mal Evans, che impersonavano a turno i ragazzi quando, ad esempio, questi si trovavano in vacanza.

A differenza dell’articolo di Wired, nel libro Il Codice McCartney si affronta l’argomento perizie foniche.
Secondo il libro, un’analisi della voce è stata eseguita nel ’69 da Truby, ma come si è letto in precedenza non fu l’unica. All’epoca i metodi e gli strumenti per effettuare delle perizie foniche erano diversi da quelli attuali: si usava il fonografo che produceva “l’impronta vocale”, che si stampava su carta

Spiega sempre Zonaro che all’oggi non verrebbe mai scelto un campione vocale di un individuo mentre sta cantando, poiché vengono misurati dei parametri della voce dal suono delle vocali, cosa che richiede l’uso di un parlato spontaneo.
In particolare i parametri sono la misura della vibrazione delle corde vocali nel loro insieme e l’analisi della pronuncia delle diverse vocali.
Secondo l’esperto confronti di questo tipo non sono comunque certi al 100% e non è possibile trarre conclusioni definitive; tuttavia in base ai suoi riscontri, dopo aver esaminato due diversi momenti in cui Paul parla durante un’intervista del 1964 e una del 1968, sembrerebbe più probabile che le due voci appartengano alla stessa persona piuttosto che a due diverse.
Ma come sottolinea “significa semplicemente che le due voci a confronto sono simili. Ciò non ciò non autorizza tuttavia a poter sostenere che appartengano alla stessa persona (…)” 

Nel Codice McCartney poi, nel capitolo 28IF, a pag. 163, si parla di perizie vocali rispetto a strane cassette arrivate alla casa di produzione Highway 61.
La storia narrata nel libro, e che circola in rete, è che nell’estate del 2005 un pacco senza indirizzo di ritorno arrivò da Londra agli uffici di Hollywood della compagnia Highway 61 Entertainmen. All'interno del pacco c’erano due misteriose minicassette audio datate "30 Dicembre 1999" che riportavano la dicitura "L’ultimo testamento di George Harrison"
Il libro scrive e lascia intendere che la storia sia vera, pur mettendo un numero di nota che rimanda a fine testo dove si dice che "Tutta la storia è al centro di un documentario di 95 minuti" e fornendo i dati del documentario.
Si è trattata però sicuramente di un'operazione di "viral marketing", al pari di quello che era successo ai tempi del film "The Blair Whitch Project". 
Basta andare al sito internet del film e leggere frasi come "Do not watch this chilling and disturbing documentary late at night, or you may find yourself running screaming through your house in a state of panic, making calls to the police and friends. Yes, it is that scary" per non prenderlo seriamente. 
Per non parlare del fatto che la voce di George Harrison e quella del film non hanno in comune nemmeno l’accento. E non serve una comparazione audio per accorgersene. 
Se poi andiamo su Amazon (o altri siti che si occupano della vendita di DVD) vediamo che nel cast figura William Campbell.