Girl

Di “Girls” nella vita dei Beatles ce ne sono state tante. Ma quella che probabilmente ha fatto più sospirare Paul McCartney, proprio come nell’omonima canzone Girl si chiama Bettina Krishbin, che dal 1983 si batte per provare che il cantante è suo padre, nonostante nel 1984 un test di paternità abbia dato esito negativo.

Effettivamente nel 1960 un giovane Paul McCartney che suonava ad Amburgo sognando di diventare famoso ebbe una storia d’amore con la madre di Bettina, Erika Hübers.
Una relazione che durò fino 1962, anno in cui Erika rimase incinta.
Dopo la nascita della bambina di Erika, secondo la quale Paul le domandò di abortire, chiese al Beatle di aiutarla economicamente. Duecento marchi al mese vennero regolarmente versati a Erika, attraverso il manager dei Beatles Brian Epstein. Ma McCartney si rifiutò sempre di riconoscere quella bambina come figlia.
Nel 1966 Paul fece anche un versamento straordinario di trentamila marchi. Il prezzo del silenzio secondo Bettina, dato che quell’anno il tour della band si sarebbe svolto in Germania e la vicenda avrebbe potuto creare problemi.
McCartney, anni dopo, avrebbe ammesso l’esistenza di quel pagamento straordinario, spiegando però di esservi stato costretto perché l’intero tour tedesco dei Beatles era a rischio. E continuando a negare che quella fosse sua figlia. Bettina però non accettò il silenzio di sua madre e il mancato riconoscimento di McCartney, così una volta  maggiorenne entrò in azione per vie legali.

Il test a cui dovette sottoporsi Paul nel 1984 risultò negativo, ma Bettina non si arrese, sostenendo che colui che si era sottoposto al test non era Paul McCartney ma un sosia. Così Paul venne indagato per truffa.

Ma cosa ha portato Bettina a sospettare che ci fosse un sosia a sottoporsi al test di paternità quel giorno?

Le prove a sostegno della sua teoria del sosia, Bettina le avrebbe trovate negli atti del vecchio processo.
In una foto autografata di McCartney, scattata il giorno del test, secondo lei Paul apparirebbe più giovane e più magro di come lo immortalano altre foto dello stesso periodo.
Inoltre Bettina ha messo a confronto la firma sulla stessa foto con una originale conservata al Museo dei Beatles di Amburgo: persone competenti le avrebbero detto che la firma era stata eseguita da un destro, mentre Paul è mancino.

Così nel maggio 2007 Bettina ha provato di nuovo a costringere Macca a subire un test del DNA, presentando a un tribunale di Berlino una perizia biometrica di comparazione della foto scattata il giorno del test di paternità con una “ufficiale” di McCartney degli Anni '80, effettuata da un perito tedesco che aveva riscontrato delle anomalie.



E insieme alla perizia sulle istantanee (immagini precedenti) un'altra del grafologo Matthias C. Michel, che constatava delle differenze tra la firma sulla foto delle analisi scattata il giorno dell’esame del sangue e grafia e firme autografe di Paul (non è ben chiaro quali: forse l’autografo al museo di Berlino?).
Inoltre Bettina sosteneva che il gruppo sanguigno delle analisi era A1 mentre in vari articoli di stampa, reperibili sul web, si è più volte scritto che McCartney ha il gruppo B. Ad alimentare la storia furono alcuni giornali che scrissero che il sosia utilizzato per l’esame di paternità fu Raymond Wood. Wood smentì.

Pochi giorni dopo il caso venne chiuso.
Come si legge sul Corriere della Sera del 27 maggio 2007:
"La procura di Berlino ha chiuso le indagini su Paul McCartney riguardo ai sospetti di falso in atto pubblico per aver manipolato un test di paternità più di vent’anni fa. Il caso cade per prescrizione, anche se le accuse fossero vere". Confermano dalla procura.

Articoli di cronaca che parlano della storia di Bettina e di questo processo negli archivi dei quotidiani se ne trovano a bizzeffe.
Se ne possono reperire in tutte le lingue, dagli Anni '80 a oggi.
Ma c’è una cosa che è ardua da trovare. Un dato che nel libro Il Codice McCartney è scritto alle pag. 186 e 187.
Parlando del campione di sangue prelevato per il test di paternità di Paul si legge:
"Il campione prelevato avrebbe dovuto essere poi analizzato in Germania secondo il protocollo previsto per il test HLA. Infatti, nel 1984 non si usava ancora, per il riconoscimento della paternità, l’esame del DNA".
Proseguendo nella lettura si legge che il test ha dato esito negativo ma che qualcosa non torna. Che ad esempio alcuni valori sono diversi da test a test e che Bettina ha dichiarato: "Gli esami fatti hanno dato risultati diversi da altri effettuati in precedenza. E poi in due esami gli enzimi e i cromosomi non corrispondono".

Qualcosa non torna di sicuro: in particolare non si capisce di quali "esami effettuati in precedenza" si parli. Ma il dato sugli enzimi e i cromosomi diversi in due esami sembra interessante. Purtroppo non esiste una nota a piè di pagina, che indichi quando e dove sia stata rilasciata questa dichiarazione. Dichiarazione che in rete è arduo trovare, che la si cerchi in italiano, tedesco, inglese, spagnolo o francese. Ma il dato sugli enzimi e i cromosomi diversi in due esami sembra davvero interessante.